Zohran Mamdani ha 34 anni, è musulmano, socialista, cresciuto nel Queens. È la prova vivente che le cosiddette “seconde generazioni”, quelle di cui si parla sempre su ma quasi mai con, possono non solo partecipare, ma guidare.
Il sindaco “desi” che parla tutte le lingue della città – l’articolo di Sara Tanveer su Il Manifesto

Zohran Kwame Mamdani è il primo sindaco musulmano e “desi” di New York. Desi è un aggettivo che viene dal sanscrito desa (terra, patria) e indica chiunque abbia radici nel subcontinente indiano. Un termine usato per autodefinirsi e per riconoscersi a vicenda, superando i confini nazionali.
Mamdani ha usato questa identità per organizzare le comunità diasporiche della Grande Mela e la sua storia familiare lo ha aiutato. Sua madre è l’acclamata regista Mira Nair (Moonsoon Wedding, Mississippi Masala) e suo padre è Mahmood Mamdani, accademico ugandese di origine gujarati che insegna alla Columbia University. I nonni paterni erano nati in Tanganyka, attuale Tanzania. Zohran è solo l’ultimo discendente di una lunga linea di indo-africani.
DOPO L’ABOLIZIONE formale della schiavitù nella prima metà dell’Ottocento, il Raj britannico trasferì lavoratori indiani nelle colonie africane da sfruttare come manodopera, seguiti dai commercianti liberi. La famiglia Mamdani apparteneva ai Khoja, musulmani sciiti gujarati attivi nel commercio. Nel 1972 il dittatore Idi Amin espulse circa 50 mila cittadini di origine indiana dall’Uganda. Anche i Mamdani furono esiliati e trovarono rifugio nel Regno Unito. Riuscirono a tornare solo dopo la caduta del regime.
La storia che lo ha preceduto la porta nel suo secondo nome, Kwame, un omaggio al presidente ghanese panafricanista Kwame Nkrumah.
In campagna elettorale Mamdani ha saputo usare sapientemente la sua identità desi e migrante. Parlando fluentemente hindi e urdu è riuscito a comunicare direttamente con le comunità del subcontinente. Ha usato dolci come il mishti doi bengalese e il lassi per spiegare i programmi e le modalità di voto. Ha citato Bollywood, mimando Shah Rukh Khan, usando le trame dei film per parlare di giustizia economica.
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Chi è Zohran Mamdani?
Mamdani è nato a Kampala, capitale dell’Uganda, nel 1991, ed è figlio di Mahmood Mamdani, professore di studi post-coloniali presso la Columbia University [e autore tra gli altri libri del recente Né coloni né nativi uscito per Meltemi], ugandese di nascita ma originario del Gujarat e di religione islamica, e Mira Nair, celebre regista indiana originaria del Punjab e di religione induista; il suo secondo nome, Kwame, gli è stato dato dal padre in onore di Kwame Nkrumah, primo presidente del Ghana.
All’età di cinque anni si trasferì con la famiglia a Città del Capo, dove il padre insegnava presso l’Università di Città del Capo, frequentando la St. George’s Grammar School, mentre all’età di sette anni la famiglia si trasferì a New York. Nella città statunitense si è diplomato presso la Bank Street School for Children e poi presso la Bronx High School of Science, laureandosi nel 2014 in studi africani presso il Bowdoin College nel Maine; all’università è stato tra i fondatori della sezione locale del movimento Students for Justice in Palestine.
Dopo gli studi ha tentato una carriera musicale con lo pseudonimo Young Cardamom (o Mr Cardamom), collaborando nel 2016 col rapper ugandese HAB per la colonna sonora del film Queen of Katwe (diretto dalla madre Mira Nair) e alla pubblicazione di un EP intitolato Sidda Mukyaalo. Successivamente nel 2019 ha pubblicato un singolo intitolato Nani, dedicato alla sua nonna materna, nel cui videoclip era presente la celebre attrice indiana Madhur Jaffrey.
Carriera politica
Ha iniziato la sua carriera politica come attivista volontario per la campagna di Ali Najmi alle elezioni del consiglio comunale di New York per il 23º distretto. Dopo la campagna di Bernie Sanders per le primarie democratiche delle elezioni presidenziali del 2016, ha iniziato a identificarsi come socialista democratico e si è unito al movimento Democratic Socialists of America (DSA). Successivamente ha partecipato alle campagne di Khader El-Yateem per il consiglio comunale di New York nel 2017, di Ross Barkan per il Senato dello Stato di New York nel 2018 e di Tiffany Cabán come Procuratore distrettuale della Contea di Queens.
Membro dell’Assemblea dello Stato di New York
Nell’ottobre 2019 ha iniziato la sua campagna per farsi eleggere rappresentante all’Assemblea dello Stato di New York per il 36º distretto (che comprende i quartieri di Astoria e Long Island City), sostenendo una riforma del diritto all’abitare, della polizia e delle prigioni e sostenendo la municipalizzazione dei servizi pubblici. Dopo aver vinto le primarie democratiche con il sostegno del DSA, si è aggiudicato l’elezione nel giugno 2020 senza alcune opposizione; è stato rieletto nel 2022 e nel 2024.
A novembre 2024 ha annunciato che si sarebbe candidato a Sindaco di New York.
Una voce dalla diaspora: Saif ur Rehman su Zohran Mamdani
Sui social, la vittoria di Mamdani ha acceso una conversazione tra chi come lui vive la complessità delle identità diasporiche. L’attivista e scrittore @saifuraja ha scritto in un post:

Un socialista-musulmano di discendenze afro-asiatiche a governare New York, il centro del capitalismo, la città che non dorme mai perché i suoi lavoratori altro non fanno che lavorare per i miliardari (è la città con più Paperoni al mondo) che stanno diventando sempre più ricchi mentre i lavoratori sempre più poveri.
La vittoria di Mamdani risiede nel fatto che nella città più diversificata al mondo, lui giovane-sognatore ha cercato di unire i residenti trovando uno SPAZIO DI COMUNANZA: la precarietà professionale e la conseguente disperazione esistenziale.
(Non vedo l’ora leggiate il mio secondo romanzo: perché è questa roba qui).
Per quanto sia estremamente felice che a vincere sia stato un musulmano (come me) con la madre indiana (sudasiatica, come me), pelle marrone (come me), occhioni enormi (come me), la sinistra mondiale deve ripartire dai valori che Mamdani ha incarnato nella propria comunicazione politica.
Ora, vedremo come se la caverà a governare la grande fiera.
Meeri jaan, me tere sadqe.

Saif ur Rehman
Chi lo vorrebbe già Presidente rileva che non sarà possibile
C’è un paradosso amaro nella sua storia: Mamdani non potrà mai diventare presidente degli Stati Uniti. La Costituzione lo vieta a chi non è “cittadino per nascita”. In un Paese costruito dai migranti, il potere più alto resta chiuso a chi viene da altrove.
A stabilire che Zohran Mamdani non possa essere eletto alla Casa Bianca è l’Articolo 2 della Costituzione: “Nessuno che non sia cittadino per nascita, o cittadino degli Stati Uniti all’epoca in cui questa Costituzione è adottata, è eleggibile all’ufficio di Presidente; né è eleggibile a tale ufficio chi non abbia compiuto l’età di 35 anni e non sia residente da 14 anni negli Stati Uniti”. La legge fondamentale degli Stati Uniti d’America prevede dunque che solo i cittadini nati negli Usa possano essere presidenti. Il nuovo sindaco di New York, però, è nato a Kampala, in Uganda, ed è stato naturalizzato come cittadino americano nel 2018 pur mantenendo anche la cittadinanza ugandese. È questo l’unico ostacolo che lo separa dallo Studio Ovale, un confine legale che racconta molto del mondo in cui viviamo: dove le origini, ancora oggi, definiscono chi può arrivare e chi no.
Il passato creativo di Mamdani
Prima di diventare sindaco, Zohran Mamdani ha avuto una breve carriera da rapper con il nome d’arte Young Cardamom. Dopo la sua vittoria, i social hanno riscoperto alcuni dei suoi vecchi video.
Ecco alcuni di questi:
Una raccolta di approfondimenti a cura di Valeriia Kokhaniuk