Care lettrici e cari lettori,
Il lavoro di queste pagine della ricercatrice Mackda Ghebremariam Tesfau’, con il contributo visivo e di riflessione dell’artista Wissal Houbabi, è nato nell’occasione del progetto europeo EMPOWER, che vede associazioni italiane (ACRA e Il Razzismo è una brutta storia), ungheresi (Antropolis) e spagnole (ENWAD) coinvolte in attività di riflessione sul e contrasto al razzismo nei rispettivi Paesi.
Abbiamo deciso di affrontare questo mandato in maniera non ‘classica’ e facendo tesoro delle molte ricerche già realizzate negli ultimi decenni in questo senso. Molti stereotipi sono stati decostruiti attraverso dati eppure, se guardiamo alla situazione oggi nell’Europa del 2024, questo approccio non sembra avere avuto un impatto nel contrastare politiche migratorie deumanizzanti e le logiche di disuguaglianza su base etnorazziale che perpetuano asimmetria tra un “noi” e un “loro”.
Da qui l’idea di portare chi legge a mettere in discussione il modo stesso in cui si pensa agli stereotipi: non più cause del razzismo bensì una loro conseguenza, risultato, strumento perché esso si perpetui.
La prima parte della ricerca porta dentro un’analisi sugli stereotipi che adotta l’impianto
teorico sul ‘capitalismo razziale’. La seconda parte è piccolo un viaggio, reale e virtuale, che
Ghebremariam Tesfau’ e Wissal Houbabi hanno compiuto nei tre Paesi interessati dal progetto,
Italia, Ungheria e Spagna, e nello specifico a Rosarno, Budapest, Barcellona.
Come Associazione Il Razzismo è una brutta storia siamo felici che questo lavoro abbia visto la
luce dell’ambito del progetto e speriamo sia di ispirazione per nuova ricerca solidale antirazzista.
Buona lettura,
Il Razzismo è una brutta storia