Scrivere con i piedi/ Scrivere con i piedi è un’opera d’arte performativa e un progetto di arte decoloniale partecipata nata nel 2021, con il sostegno di Razzismo Brutta Storia, dalla collaborazione artistica tra la poetessa orale marocchino-italiana, artista visiva e attivista antirazzista Wissal Houbabi, e l’artista del movimento italo-nigeriano, coreografa ed educatrice Ofelia Omoyele Balogun e interprete di poesia, e il grafico e sound designer italiano Tommaso Giordani.
“Scrivere con i piedi” è un viaggio dove il corpo adulto ritorna alla sua infanzia analogica, evocandola attraverso la voce, come una radio sintonizzata sulle vecchie frequenze del mondo, la profondità dei tuoi ricordi: il Marocco, un giorno di mercato mattutino al risveglio Il giorno della casa di Baba, il souk di Khouribga e dei suoi venditori, il matrimonio di un parente sconosciuto.
Scrivere con i piedi significa scrivere attraverso l’esperienza di un viaggio migratorio che si sta svolgendo attraverso un’esperienza transgenerazionale. L’uso della lingua marocchina Djaria progetta l’utente privilegiato, o chiunque abbia sperimentato questa lingua, per ribaltare il significato comune di “privilegio”. La sensazione di far parte di una famiglia analfabeta, il senso incarnato di vergogna e inferiorità che permette al tempo stesso di riconoscere il valore immateriale di una tradizione di oralità non produttiva e millenaria.
“Scrivere con i piedi” è un’espressione italiana per definire una persona che non sa scrivere, è un’accusa a un sistema scolastico che spinge le giovani generazioni immigrate a seguire un’educazione proiettata direttamente a lavori poco retribuiti. L’abbandono scolastico è ancora un elemento critico nel contesto italiano.
La prima edizione del progetto nel 2021, in Italia durante il periodo di Covid con la collaborazione dell’organizzazione antirazzista Razzismo Brutta Storia, ha visto la produzione della performance video di 20 minuti in lingua marocchina darija in cui la parola parlata viene utilizzata per esplorare i ricordi di Houbabi in Marocco e domande sul patrimonio orale, identità e riconoscimento comunitario, ed è tradotto in movimento dall’artista del movimento Ofelia Omoyele Balogun.
La performance è stata condivisa online con un coinvolgimento attivo del pubblico della diaspora marocchina e dei nativi, per stimolare conversazioni su cosa significa essere una diaspora, resistenza linguistica, colonialismo, memoria, genere e razza e altro ancora…
Dopo il successo della prima edizione, Scrivere con i piedi, mira a diventare uno spettacolo dal vivo completo e una metodologia partecipativa pienamente sviluppata in grado di raccontare storie site specific, collegando grandi organizzazioni e artisti – poeti, ballerini, musicisti, artisti visivi – nel Regno Unito, in Italia e in Marocco per una connessione e uno scambio reciprocamente vantaggioso.