Nelle scorse settimana è stata la lanciata da persone e realtà collettive razzializzate la campagna #CambieRai, per cui Razzismo Brutta Storia esprime gratitudine e che sostiene. Pubblichiamo qui la lettera che è stata inviata con un fitto mail bombing alle redazioni RAI.
Carissima RAI – Radiotelevisione italiana S.p.A.,
Siamo cittadinə di questo Paese, siamo contribuenti di un servizio pubblico sempre meno rappresentativo e rispettoso della società plurale di cui siamo parte.
Ti scriviamo per ricordare a te e ai tuoi dirigenti che ogni giorno scegliete chi essere davanti a milioni di persone con il vostro palinsesto e a noi, pare, abbiate dimenticato quale grande responsabilità comporti.
Sei pubblica. In qualità di società che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo in esclusiva, dovresti rappresentare un’istituzione in grado di fare informazione, promuovere cultura e spettacolo in modo plurale ed inclusivo, poiché sei sostenuta dal canone che tuttə paghiamo.
Sei informazione e educazione. Milioni di persone, attraverso i tuoi canali, traggono la propria conoscenza del mondo che, spesso, rappresenti con stereotipi e luoghi comuni, senza restituire la complessità della società contemporanea.
Sei intrattenimento e cultura. Hai il potere di entrare nelle case di milioni di persone che vogliono divertirsi ed è inaccettabile che questo venga fatto veicolando messaggi razzisti e violenti.
L’informazione che produci non racconta di noi, della società in cui viviamo e di cui siamo parte. Al contrario, proponi troppo spesso modelli razzisti, sessisti, etnocentrici, cattocentrici ed eteronormativi, costruendo un grottesco e fittizio palcoscenico della realtà, come nel caso di trasmissioni quali “Tale e Quale Show”.
Quando acconsenti con leggerezza, e strumentalizzi pretestuosamente l’abitudine di presentatori e concorrenti di dipingersi la faccia di nero per imitare alcuni personaggi non bianchi (“blackface”), umili e offendi migliaia di persone che ti guardano e per cui la pelle nera non è intrattenimento, né avanspettacolo, né celebrazione, né solidarietà, ma parte integrante della vita di tutti i giorni.
Se non obietti quando un ospite utilizza il termine ne*ro/ne*ra per associarlo ad uno standard di bruttezza, come nel più recente caso di Valeria Fabrizi, o quando lo stesso termine viene usato per sminuire chi non è bianco, insulti pubblicamente parte della popolazione che vive nel tuo stesso Paese,
normalizzando epiteti razzisti e messaggi violenti. Parole che pesano come macigni e che affondano le proprie radici in una storia coloniale ed eurocentrica negata e non sufficientemente approfondita.
Questi non sono “scivoloni”, né tantomeno casi isolati: sono esempi di come il razzismo sistemico venga costantemente alimentato in Italia. Siamo ancora costrettə ad assistere a episodi di razzismo tanto gravi quanto le reazioni che suscitano: ilarità, indifferenza, dissimulazione, o negazione. Nel 2021 e’ intollerabile promuovere questo tipo di informazione e intrattenimento, sapendo che migliaia di persone possono interiorizzare e replicare i tuoi messaggi.
Cara RAI, ci rivolgiamo proprio a te, in modo che queste riflessioni arrivino ai numerosi soggetti che devono agire un deciso e necessario cambiamento nelle forme e nei contenuti del palinsesto, senza espedienti facili, avendo il coraggio di prendere una posizione chiara, a cui seguano azioni concrete. Chiedere scusa non basta più.
Cara RAI, sei dotata di un codice etico che afferma, testualmente, di voler garantire:
“Un elevato livello qualitativo della programmazione informativa caratterizzata da una visione europea e internazionale, dal pluralismo, dalla completezza, dall’imparzialità, dall’obiettività, dal rispetto della dignità umana, dalla deontologia professionale, dalla garanzia del contraddittorio adeguato, effettivo e leale al fine di garantire l’informazione, l’apprendimento e lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale(…)”.
Con i tuoi contenuti infrangi costantemente questo codice e offendi una moltitudine di utenti, contribuenti, ma, in primo luogo, persone.
Questo appello non è rivolto solo a te, ma a tutti i media italiani, non solo mainstream, ai vari gruppi editoriali e rispettivi dirigenti. Normalizzare un linguaggio razzista, ridurre le persone non bianche in oggetti di scherno, mere statistiche o quote di cui fare mostra all’occorrenza, significa perpetuare forme di violenza. E’ ora di aprire un confronto franco con la società reale. Non vogliamo essere vittime silenziose ne’ silenziate, strumentalizzate o sbandierate come trofeo di una fantomatica “inclusività”.
Vogliamo essere parte di una narrazione e di un linguaggio in cui rifletterci davvero, e a cui poter contribuire con le competenze che evidentemente mancano. Siamo a disposizione per iniziare a ragionarci insieme.
#cambieRAI, il nostro è un augurio, con la consapevolezza di essere il futuro.
Contatti: cambierai2021@gmail.com
Firme:
BlackLivesMatter Bergamo
BlackLivesMatter Roma
Blackcoffee_pdc
Blackrootz
Cambio Passo Aps-Onlus
Cantiere Milano
Collettivo Ujamaa – Torino
Comitato per non dimenticare Abba e fermare il razzismo
D.E.I. Futuro Antirazzista
Italiani senza cittadinanza
Kube Community – Ludovica Narciso
Love My Way – Firenze
No Justice no Peace Italy
QuestaèRoma
Razzismo Brutta Storia
Alessia Chelucci
Alexandra Abraha
Amaniel Mehretab
Ameni Chiboub
Angelica Pesarini
Angelo Sairitupa Giuseppe Villanueva
Ariam Tekle
Camilla Meoni
Caterina Trinci
Daro Sakho
Elena M. Arana
Ester Scandella
Fatou Tall
Federica Zinnarello
Filippo Trombetti
Giordano Galbusera
Kwanza Musi Dos Santos
Loredane Tshilombo
Louis Fabrice Tshimanga
Lourdes Kelly Aboa
Luc Ndikubwimana
Marwa Mahmoud
Maxwell K. Attivor
Monia Conedera
Naomi Kelechi Di Meo
Nogaye Ndiaye
Patricio Miguel Di Meo
Pierre Stephane Aboa
Sainabou Ka
Samira Naamane
Sara Bentass
Sara Lemlem
Sara Lorenzetti
Sara Mehretab
Simone Burini
Solomun Ghebresellassie
Sonia Garcia
Stefano Jean François Duc
Tommy Kuti
Yasmine Parisio