Ogni tanto capita che ci siano degli episodi razzisti che hanno una grande eco. E allora succede che ci siano tanti articoli, tante dichiarazioni, in televisione o sui social, di persone che si chiedono: “Ma come è possibile essere razzisti?” o “Ma nel 2020 siamo ancora a questo punto?”.

Queste domande però sono poco utili. Sì, il razzismo esiste. Ed esiste ancora. È importante capire come nasce e come si evolve per capire come opera oggi. Per fare questo non possiamo fare a meno di parlare di colonialismo e di rapporti di potere.

 

Quello sul colonialismo è uno dei capitoli che sui libri di storie viene dato da studiare durante le vacanze o proprio saltato a piè pari. Questo succede un po’ perché è alla fine del programma e mancano ancora tanti argomenti, un po’ perché è un tema difficile da affrontare, da spiegare e da accettare: è difficile pensare a un’Italia coloniale che fa cose tremende, di quelle che adesso si vedono nei film o nei telegiornali quando fanno vedere le immagini delle guerre e dei campi di concentramento. Ma anche quella è parte della nostra storia, ed è importante studiarla e farsene carico, per quanto sia faticoso e difficile. Per questo, spesso le “imprese” coloniali vengono romanticizzate, e si racconta di grandi uomini che portavano la “civiltà” in Paesi selvaggi e poveri. Possiamo trovare questa narrazione ancora oggi, quando si parla di “Terzo mondo”. 

 

Quando invece si parla di rapporti di potere, si possono fare diversi esempi. Fin dalle prime esplorazioni europee negli altri continenti, si possono trovare diari che descrivono le popolazioni incontrate come aberranti e mostruose. Durante il colonialismo storico, gli imperi occidentali “illuminati” hanno dovuto trovare delle giustificazioni alle loro razzie: la cosa più facile e più evidente è stata quella di far combaciare il colore della pelle e i tratti somatici delle persone indigene a determinate caratteristiche inferiorizzanti e svilenti, giustificando le atrocità che sono state commesse da parte di quella che si è auto-investita di una superiorità razziale.

I Paesi colonizzati sono stati depredati e controllati da nazioni estranee che hanno imposto la loro lingua, la loro cultura, i loro ideali di bellezza e così via. Sono state generate delle strutture di potere organizzate attorno alle cosiddette “potenze occidentali”, che gestivano a loro vantaggio le risorse agricole e della forza lavoro, sfruttando le terre e schiavizzando popoli.

La divisione e l’inferiorità delle persone non bianche era sancita non solo da una cultura orale, ma anche dalle leggi scritte.

Nonostante i paesi colonizzati nel corso del ‘900 siano diventati indipendenti, il retaggio coloniale – che vede la persona non bianca come “non conforme” alla norma su più livelli, da quello estetico a quello intellettuale – rimane.

Il razzismo opera su più livelli:

  •       quello individuale, che riguarda il comportamento della persona singola nei confronti di un’altra persona o un gruppo di persone che fa parte di una comunità razziale minoritaria,
  •       quello istituzionale sistemico, che riguarda le politiche messe in atto dalla maggioranza razziale e il comportamento degli individui che controlla queste istituzioni, pensate in modo da escludere le persone che non fanno parte della maggioranza.

 

GUARDA IL VIDEO DI ANGELICA PESARINI CHE SPIEGA LA RAZZIALIZZAZIONE

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Articolo pubblicato in Articoli, il 16 settembre 2020